
MICHELE SELVA (22 maggio 2017)
22 maggio 2017 h 21.00
SAX PROGRAMMA
J. C. Risset (1938 – 2016) Reprises (2003)
per sax alto e nastro magnetico
J. S. Bach (1685 – 1750) Sarabande – Bourrée I-II (dalla SUITE n. 3 BWV 1009 per cello solo) versione per sax solo di J. M. Londeix (1969)
L. de Pablo (1930) SOLO-KUNST (Fuge I) (2000-2016)
versione per sax solo di M. Selva
P. Glass (1937) 3 MELODIES (1995)
per sax alto solo
P. Méfano (1937) Tige (1986)
per sax alto solo
L.Miti (1957) A Short Melody For Barry Edgar Pilcher (1998) per sax ed elettronica
J. C. Risset (1938 – 2016) Diptère (2002)
per sax alto e nastro magnetico
MICHELE SELVA
Concertista e docente presso l’Istituto Musicale Sammarinese, si diploma nel 1999 con il massimo dei voti e, parallelamente all’attività musicale, si laurea in filosofia con lode. Attento soprattutto agli sviluppi della musica del Novecento e contemporanea ha partecipato a diverse prime esecuzioni, anche dedicate, di fondamentali compositori italiani e internazionali, tra le numerose collaborazioni ricordiamo quelle con S. Bussotti, G. Cappelli, A. Guarnieri, L. de Pablo, G. Pape. Tiene recital, concerti e masterclass presso le più importanti istituzioni in Italia e in Europa; (tra gli altri: Area Sismica, Festival Angelica-Bologna, Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Emufest-Roma, Eterotopie, Verona Contemporanea, Biennale di Venezia, Oh-Ton Festival, Goteborg Art Sound, Forfest Festival, Winter Festival…) esibendosi in Germania (Amburgo, Berlino, Lipsia, Weimar, Dresda, Oldenburg) e Copenaghen, Cracovia, Kromeriz, Goteborg, Praga, Sarajevo, Spagna.
Note di Luca Miti : “A Short Isalnd’s Tale” (o forse “A Short Island’s Rime”), oppure “A Short Island’s Melody”, poi, definitivamente, “A Short Melody For Barry Edgar Pilcher”: un regalo ad un amico lontano, lass˘ nella sua “tiny island” nel Donegal – non ricordo se me lo chiese lui (una “commissione”, insomma) o fu di mia inziativa, fatto sta che, era il 1998, scrissi questa melodia, una piccola serie generata dal nome dell’amico Barry destinata ad occupare i lunghi e lenti tempi dell’isola, ad armonizzare il sassofono di Barry con i suoni naturali (come sempre il soundscape), con le voci di lass˘: la partitura infatti prescrive di eseguire il pezzo (sempre in maniera massimamente libera) “in armonia (insieme) ad altri suoni (…) come, ad esempio, il vento, il mare, le voci del cane e del gatto”.
Barry viveva allora insieme a queste voci; poi si Ë trasferito a Londra, e di lÏ ad Alton, nello Hampshire: quelle voci oggi non ci sono pi˘, ma mi piace in qualche modo tornarci su con questo “trio” (come lo ha felicemente definito Michele Selva) per sassofono, live electronics e “nastro magnetico” – quelle voci di allora come un ricordo; come poi Ë sempre, alla fine…
L. M.
Morlupo, aprile 2017