21 giugno 2019 h 18.30

21 giugno 2019 h 18.30

Biblioteca Sandro Onofri
Via Umberto Lilloni, 39/45 – 00125 ROMA (ROMA)
Concerto del 21 giugno 2109 ore 18.30

Musica su due dimensioni
Tecnologia e linguaggi musicali tra tradizione strumentale e live electronics

Maurizio Barbetti, viola
Francesco Cuoghi, chitarra
Nazarena Recchia, arpa

L’idea di mescolare suoni di strumenti tradizionali con suoni elettronici ha affascinato i compositori più significativi del XX secolo. Musica su due dimensioni – un’opera di Bruno Maderna del 1958, dove si abbina il suono del flauto con suoni elettronici – diventa, in questo concerto, il paradigma per delineare un percorso musicale, ed etico, tra la prassi esecutiva e l’impiego della tecnologia applicata musica. Punto di svolta è la live electronics, ovvero l’enorme possibilità di calcolo dei computer alla fine del ‘900, dove l’interazione tra suoni diretti dell’esecutore e suoni elaborati dal computer non presenta più vincoli, lasciando completa autonomia all’immaginazione e alla creatività.
La somma delle dimensioni sonore comporta la definizione di un soggetto musicale multiplo e virtuale: lasciando al compositore uno spazio d’azione infinito. Saranno quindi i linguaggi, della musica scritta/ improvvisata e della musica elaborata elettronicamente, a creare la Forma o il progetto finale dell’opera verso quella che viene spesso definita la complessità del mondo contemporaneo: “L’artista plurale vive nella complessità del mondo e nella complessità dell’arte tecnologica, la sua pratica è quella del confronto tra i campi e i linguaggi diversi, tra attitudini diverse, con l’obiettivo di creare sintesi poetiche” (Rosa, 2011).
E una complessità innanzi tutto proveniente dai compositori:
Italia: Giovanni Costantini, Claudio Ambrosini, Riccardo Santoboni, Francesco Schweizer;
Francia/USA: Gerard Pape;
Austria: Karlheinz Essl;
Canada/USA: Ronald Bruce Smith.

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Giovanni Costantini           Leggero instabile (2017)
(1965)                                 per viola ed elettronica

 

Claudio Ambrosini             Gamut
(1948)                                 per arpa

 

Riccardo Santoboni            L’ombra di theta (Divagazioni sull’ineluttabilità di un ciclo)

(1964)                                 per viola, chitarra ed elettronica (prima assoluta)

                                          

Francesco Schweizer          Hommage à C. M. (2017)
(1965)                                 per viola sola

Gerard Pape                       Le fleuve du desire VI
(1955)                                 per viola e tape

Ronald Bruce Smith           Five Pieces for Guitar and Live Electronics (2007)
(1959)                                 I Echoes, II lament, cortège, coda III Brunete, IV Saudade, V Stelé

Karlheinz Essl                    fLOW per Roma – premier – Improvisation with generative soundscape

(1960)                                 per arpa, chitarra e viola

 


Maurizio Barbetti (viola)

Dopo il Diploma di Viola ottenuto al Conservatorio G.Rossini di Pesaro si perfeziona con Aldo Bennici. Frequenta i Ferienkurse di Darmstadt studiando con Stefan Georghiu e Irvine Arditti; quest’ultimo gli consegnerà il Darmstadt Preis nel 1992. Nello stesso anno vince anche il Premio Internazionale di interpretazione Iannis Xenakis di Parigi.
Dal 1992 Barbetti si dedica completamente al concertismo e si esibisce come solista nelle più importanti sale del mondo: La Scala di Milano; Filarmonica di Berlino; Radio di Berlino (eseguendo “Mixtur” di Karlheinz Stockausen alla presenza del compositore) Mozarteum di Salisburgo; Opera di Nizza; Biennale di Venezia; Fondazione Gulbenkian di Lisbona; Amburgo (Staatsoper); Cochrane Theater di Londra; Darmstadt; Koln (Wdr); Witten, Francoforte; Hannover; Heilbronn; Rottenburg (Sudwestfunk); Wurzburg; Bonn; Bremen (Radio Bremen); Dresda; Lipsia; Monaco (Konzerthaus, registrando per la Bayerisher Rundfunk il concerto per viola di K.K. Hubler diretto da Robert HP Platz); Friburgo; Baden Baden; Bamberg; Belfast (Bbc); Parigi (Radio France); Strasburgo (Parlamento Europeo); Lyon (Grame); Orleans (Semaines Musicales Internationales); Lille; Siena (Accademia Chigiana); Auditorium di Milano; Roma (Teatro Nazionale); Conservatorio di Milano; Venezia (Sonopolis, Teatro La Fenice); Torino; Madrid (Centro Bellas Artes; Centro Reina Sofia); Oporto; Mexico (Festival Internacional Cervantino); Rotterdam (Igic); Tel Aviv; Jerusalem; Bucharest (Ateneum); Innsbruck (Konservatorium); Finland (Time of Music); Vienna; Sapporo; Tokyo spesso accompagnato da prestigiosi gruppi come l’Ensemble Koln (di cui è stato prima viola solista dal ’92 al ’96); l’Ensemble Recherche Freiburg; Ensemble Concorde Dublin; Icarus Ensemble; Roma Sinfonietta; Monesis Ensemble; Modus Novus di Madrid e da importanti orchestre come Orchestra dell’Opera di Nizza; Orchestra della Radiotelevisione di Dublino, Orchestra Internazionale d’Italia; Euroasian Philarmonic Orchestra di Seul.

Ha eseguito in prima Irlandese Chemins II di Berio  per viola e orchestra  con l’Orchestra della Radiotelevisione di Dublino  diretta  da Friedrich Goldmann.  (Il direttore del “Prometeo” di Luigi Nono).  Il Concerto è  stato trasmesso in diretta dalla BBC Radio3.

Particolarmente attento alla produzione di musica “nuova”, importanti compositori di tutto il mondo gli hanno dedicato opere per viola, tra questi Paul Mèfano, Ennio Morricone, Luis de Pablo e Horatiu Radulescu. Di Ennio Morricone  ha eseguito e inciso in prima mondiale il suo concerto per viola e orchestra, di Luis de Pablo,  ha recentemente eseguito in prima mondiale il brano “Anatomias” per viola e ensemble al Centro Reina Sofia di Madrid.Collabora col “Living Theatre” di New York.

Maurizio Barbetti tiene Master Class in importanti istituzioni come  all’ Irino Prize Foundation di Tokyo; Kunitachi College of Music (Tokyo);  Tokyo Gakugei University;  Toho Gakuen College of Drama and Music  (Tokyo);    Viitasaari Summer Academy (Finlandia), il Centro Nacional de Bellas Artes di Città del Messico; The Lucero Master Class a Parigi, Accademia Tema di Milano.

Registra per la Sudwestfunk; SFW di Berlino; WDR di Colonia; Radio France; Radiotelevisione Irlandese; Swisse Romande; Rai, Rai Sat oltre che per gli enti radiofonici e televisivi inglesi, messicani, giapponesi, austriaci, israeliani. Ha inoltre inciso, fra le altre, per le etichette discografiche Mode Records di New York e Col Legno di Baden Baden.

Ha insegnato nei Conservatori di Mantova, La Spezia, Matera, Reggio Emilia e all’Accademia Internazionale della Musica di Milano.

 

Francesco Cuoghi  (chitarra)

si è diplomato presso il Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli. Ha frequentato i Seminari dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena, l’Atelier de Recherche Instrumentale dell’IRCAM di Parigi, i Ferienkurse di Darmstadt.  Ha inoltre studiato composizione privatamente con Nazario Carlo Bellandi e Aldo Clementi; musica elettronica (Max/MSP) alla F.P.A. dell’Ottava di Roma. E’ titolare della cattedra di chitarra presso il Conservatorio L.Cherubini di Firenze.
Suona su copie di strumenti d’epoca e vari strumenti moderni: chitarra a dieci corde, chitarra elettrica, chitarra midi. Dal 1985 ha iniziato l’esecuzione di opere con Live electronics con vari dispositivi elettroacustici. Con la nuova generazione dei microprocessori utilizza software dedicati audio-video: Max5, Csound, etc.

Svolge attività concertistica come solista e in formazioni da camera. Ha suonato in Italia e in Europa nelle rassegne: Festival delle Accademie Estere (Roma), Fabrikomposition (Zurigo), Concert de Ville (Ginevra), La chiesa di Vivaldi a Venezia (Venezia), Contemporanea-Musica nel nostro tempo (Teramo), ecc. Particolarmente attivo nella musica contemporanea ha fatto parte dell’”Ex Novo Ensemble” di Venezia, del “Gruppo di Roma”, (direttore G.Sinopoli), ha tenuto prime esecuzioni di: F.Pennisi, A.Brizzi, M.Molteni, G.Giuliano, E.Zaffiri, M.Giri, W.Branchi registrando per Edipan, Rugginenti, R.A.I.

Nel 1986 è stato tra i fondatori dell’Associazione Musicale Orphée di Pesaro per la promozione degli strumenti a pizzico (chitarra, arpa, clavicembalo, liuto) ed è direttore artistico dell’ “Ensemble Orphée”. All’interno dell’associazione ha svolto ininterrottamente attività musicale attraverso manifestazioni concertistiche, corsi di perfezionamento (Gradara, Orta S.Giulio), convegni: Minimal music, Anton Webern, Roland Barthes e la musica, Giovanna Sandri, Notazione, (Urbino, Roma); ha pubblicato articoli su: A.Hába, B.Maderna, Steve Reich, ecc. Ha scritto varie composizioni per chitarra sola e con strumentazione elettronica.

 

Nazarena Recchia

Arpista, si è diplomata a pieni voti al Conservatorio F. E. dall’Abaco di Verona dove ha studiato con Mirella Vita. Subito dopo aver conseguito il diploma, appena diciannovenne ha vinto i concorsi indetti dalle orchestre sinfoniche della RAI di Roma e di Milano. Si è perfezionata successivamente con Pierre Jamet, professore al Conservatorio di Parigi e con Judith Liber, Prima Arpa Solista dell’orchestra Filarmonica di Tel Aviv. Per 16 anni è stata arpista stabile nell’ orchestra sinfonica della RAI di Roma collaborando con prestigiosi direttori d’orchestra. Attualmente affianca all’attività concertistica collaborazioni con l’Orchestra sinfonica dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e con l’ Ensemble “Freon” ed è titolare della cattedra di Arpa presso il Conservatorio E. F. dall’Abaco di Verona.

 

Claudio Ambrosini

“Gamut (sette ritratti di nota). Comporre per uno strumento vuol dire anche cercare di capirne la natura, coglierne l’essenza, e poi saper aspettare, sperando che l’ispirazione arrivi con un’idea.

In questo caso l’idea pervenuta è semplice e parte da una delle caratteristiche che rendono unica l’arpa: l’avere sette pedali che influiscono, uno per nota, su tutte le ottave. Ne sono nati dunque sette piccoli pezzi, sette piccoli “ritratti di nota”, in ciascuno dei quali una sola nota (e il suo pedale) sono i protagonisti. In buon ordine: ut, re, mi, fa, sol, la, si.

Guido d’Arezzo, nel definire un migliaio di anni fa la sua scala base – l’esacordo, il Gamma Ut, per contrazione “gamut” – il do l’aveva chiamato “ut”. Cosa che ho fatto anch’io.

“Gamut (sette ritratti di nota)” è stato scritto nel 2015 per Nazarena Recchia (Claudio Ambrosini).

 

Leggero instabile (2017) – Giovanni Costantini

per viola ed elettronica

“Leggero instabile” è un percorso che si sviluppa nello spazio e nel tempo, all’interno del quale il suono dello strumento acustico si diffonde e si espande, con leggerezza, quasi sospeso nell’aria. Grazie al contributo dell’elettronica, infatti, vengono create sorgenti sonore virtuali che mutano direzione e distanza rispetto all’ascoltatore, mentre le caratteristiche timbriche del suono percepito sono più o meno simili, nello sviluppo del brano, a quelle della viola. A volte presente e riconoscibile e altre volte distante, il suono della viola sembra provenire da punti alternativamente in accordo o in contrasto con la posizione fisica dello strumento e dello strumentista sul palco. Tutto ciò genera un’instabilità percettiva ed emotiva nell’ascoltatore.

 

Giovanni Costantini

Si è diplomato in Pianoforte con Vittoria De Donno e Musica elettronica con Giorgio Nottoli. Ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università di Roma “La Sapienza” e il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, occupandosi di ricerca e progettazione di sistemi per l’analisi, la sintesi, l’elaborazione e la spazializzazione del suono.

Dal 1995 svolge attività di ricerca e docenza presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, dove è titolare dei corsi di “Tecnologie per il suono” e “Trattamento di segnali multimediali e biosegnali” per la Facoltà di Ingegneria e di “Musica Elettronica” per la Facoltà di Lettere.

Presso la stessa Università, è direttore del Master in Sonic Arts (Tecnologie e arti del suono) e responsabile del LARS (Laboratorio di Ricerca sul Suono).

Dal 2012 organizza annualmente, in collaborazione con Lisa Naugle e John Crawford del Dipartimento di Danza dell’Università della California (Irvine), la Summer School “Performing the space: integration among the arts”, durante la quale sono realizzati spettacoli multimediali con musica, video e danza.

Ha tenuto corsi di “Informatica musicale”, “Acustica e psicoacustica” e “Elettroacustica” presso i Conservatori di Musica “S. Cecilia” di Roma, “T. Schipa” di Lecce e “G. Martucci” di Salerno. È docente di “Fisica del suono” e “Audio digitale” presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Cura annualmente, dal 1996, l’organizzazione di seminari e concerti sulla musica contemporanea, con particolare riferimento alla musica elettroacustica.

È compositore di musica elettroacustica e predilige la composizione di lavori per strumento solista ed elettronica. Suoi brani sono stati eseguiti in festival e rassegne in Italia e all’estero e pubblicati da Twilight Music (Roma), XXI musicale (Roma), ICIA Inc. (New York). Fra gli interpreti che hanno eseguito sue composizioni: Enzo Filippetti, Gianni Trovalusci, Luca Sanzò, Gianfranco Borrelli, Guido Arbonelli, Eugenio Colombo, Francesco Prode, Ester Ivanov, Giuseppe Giuliano, Keith Kirchoff, Laura Venditti, Kyung Mi Lee, Marco Colonna, Alípio Carvalho Neto, Luigi Marino, Silvia Schiavoni, Hyo Soon Lee, Alessia Patregnani.

 

Riccardo Santoboni

Compositore, si è diplomato con il massimo dei voti e perfezionato in Composizione (con Franco Donatoni) presso l’Accademia di Musica “S. Cecilia” di Roma. È inoltre diplomato in Musica elettronica (con Giorgio Nottoli) e Direzione d’orchestra. La sua attività di ricerca è focalizzata principalmente sulla “Human Computer Interaction” per la composizione musicale assistita dal calcolatore. Ha composto musiche per orchestra, ensemble, acusmatiche e multimediali.

È docente di Composizione presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone, di “Informatica musicale” e di “Composizione Multimediale” presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma. È inoltre docente di “Fondamenti di Acustica e psicoacustica” presso il Master in Sonc Arts dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Le sue opere sono pubblicate da “Capstone Records” (NY), “CbMusic” (NY), “Twilight Music” (Roma), “XXI musicale” (Roma), “ICIA Inc.” (NY). Nel 2000 ha fondato il “Nabla Ensemble”, di cui è direttore, con il quale ha eseguito opere multimediali e opere per live electronics in Europa e negli Stati Uniti. È autore del testo “Fondamenti di acustica e psicoacustica” e del testo “Tecniche di sintesi del suono: manuale per l’orchestrazione elettronica”. Nel 1998 è stato vincitore del XX concorso internazionale di Computer Music “Luigi Russolo” (primo premio). Nel 2000 è stato premiato dalla NYU per “il suo straordinario contributo alla creazione e promozione della nuova musica”.

 

L’ombra di theta

L’ombra di theta rappresenta una forma ciclica analoga alla proiezione del raggio di un cerchio su un’asse, quando l’angolo “theta” compie una rotazione completa. Un timbro iniziale, costituito dall’amalgama viola, chitarra ed elettronica,si evolve nel tempo,  assumendo diverse configurazioni, accordali e lineari, enfatizzando gruppi di armonici presenti sia nel timbro della viola che in quello della chitarra, in sequenza o in gruppi. Il sottotitolo “divagazioni sull’ineluttabilità di un ciclo”  indica che le configurazioni non si evolvono con gradualità l’una nell’altra ma si “divaga” soffermandosi sulle  caratteristiche di articolazioni, dinamiche e rapporto tra suoni acustici ed elettronici proprie della configurazione, che costituisce una sezione.

Il brano è quindi articolato in 4 sezioni associate ai quattro quadranti del cerchio unitario; le sezioni sono segmentate da silenzio o da un un segnale sonoro di cesura. L’ultima sezione (la quinta) riprende le caratteristiche della prima sezione (il raggio ripercorre lo stesso tragitto), a guisa di ripresa del ciclo ineluttabile. Il brano è dedicato a Maurizio Barbetti e Francesco Cuoghi.

 

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